Le Langhe e il Roero
Terre gemelle, idealmente divise dal fiume Tanaro, la Langa e il Roero sono figlie della stessa madre: le Langhe, la più fertile zona della provincia di Cuneo.
La prima (la Langa) è a sud e il suo paesaggio è dominato da dolci pendii, caratterizzati dai filari che producono i vini più famosi del mondo, mentre il secondo (il Roero) è a Nord e presenta, oltre alle caratteristiche colline, rocche quasi “carsiche” e pareti rocciose molto suggestive. Note anche per la produzione delle rinomate nocciole del Piemonte, le Langhe si contraddistinguono da decenni per la raffinata produzione vinicola.
Il loro terroir è, infatti, particolarmente felice e nasce dall’incontro tra una terra calcareo-argillosa (che produce i vini rossi più corposi nella Langa), una più soffice e sabbiosa (che regala i bianchi fruttati del Roero) con un’aria che beneficia, al contempo, degli influssi sia marini che alpini. Una terra tutta da scoprire e tutta da… assaggiare.
Il terroir
“Qui tutto ruota intorno al vino” è la felice e quanto mai calzante descrizione, che Mario Soldati ci fornisce delle Langhe, nel suo saggio del 1977 “Vino al vino”.
Ma come mai qui tutto vive e prospera grazie all’uva? La risposta si trova nel terroir, una parola francese che identifica tutti quei fattori (ambiente, tecniche di coltivazione, protezione della denominazione d’origine) che permettono di capire il rapporto tra la pianta e il suo ambiente. E, nelle Langhe, questo rapporto si presenta come uno tra i più privilegiati al mondo. Le valli (che contribuiscono a creare microclimi diversi e ideali), l’escursione termica (che aumenta la concentrazione degli aromi nelle bucce), la composizione del suolo (che ha iniziato a formarsi sedici milioni di anni fa), i substrati argillosi, calcarei e sabbiosi che si alternano, danno vita a una straordinaria varietà di uve da vino.
Per cui, a seconda di zone distanti pochi chilometri, incontriamo uve da Barbera, da Dolcetto, da Pelaverga, da Arneis, da Favorita, da Freisa, da Moscato, tipiche della Langa. Il Roero ci regala soprattutto Nebbiolo, Barbera, Arneis, Favorita e Brachetto, con sfumature diverse da quelle dei vini della Langa.
I vini delle Langhe soddisfano i gusti di un pubblico ormai internazionale e rendono questa zona conosciuta e apprezzata ovunque nel mondo.
Dogliani
A due passi dal Relais dei Poderi troverete Dogliani, un paese caratteristico e denso di tradizioni e luoghi da visitare. La sua architettura è molto particolare, perché influenzata dal lavoro di Giovanni Battista Schellino, architetto autodidatta (1818-1905), che nell’ottocento volle dare alla città un aspetto monumentale. Così, accanto alle trecentesche porte d’accesso (che schiudono un paesaggio a tratti medioevale, come la piazza Carlo Alberto e a tratti barocco, come la chiesa della Confraternita), alla parte alta del paese con il suo Castello (tipicamente medioevale), al Belvedere (con la sua vista mozzafiato) e alla Torre Civica dell’orologio (“merlata” da Schellino nell’ottocento), si ammirano qua e là cupole neoclassiche e guglie neogotiche, che conferiscono al paese un aspetto unico e da non perdere.
E nei dintorni, alla scoperta dei quali vengono organizzate splendide passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo, si potranno ammirare chiese e Pievi immerse tra i filari: luoghi che evocano da sempre pace e misticismo.
I vigneti di Dogliani, nei quali è impossibile non imbattersi, sono famosi per l’eccellente e pregiata produzione del Dolcetto, vero fiore all’occhiello dei produttori della zona e naturalmente dei Poderi Einaudi.
Inoltre, Dogliani è al centro di un crocevia di strade che portano a Torino, al marchesato di Saluzzo, verso il Mar Ligure e la Costa Azzurra: una base dalla quale esplorare paesaggi così diversi e stimolanti, da non sembrare nemmeno tanto vicini tra loro.